Quando si rompe un piatto
- Frivola
- 12 ott 2015
- Tempo di lettura: 1 min
Quando si rompe un piatto.
Quando si rompe un piatto perché in quel momento non ci si è potuti trattenere dallo scagliarlo a terra, con rabbia, senza rispetto, ma con il solo desiderio di far predominare la propria forza, allora davanti a quei cocci non c'è più altro da fare se non raccoglierli e gettarli. Non c'è amore in quel gesto. La rottura è definitiva. Quando si rompe un piatto per disattenzione, quando il piatto cade a terra solamente perché un gesto maldestro lo ha fatto andare oltre il piano di appoggio dove stava in tutta sicurezza, allora ci si mostra dispiaciuti per aver danneggiato un oggetto senza volerlo. Anche in questo caso però rimettere i pezzi a posto sarà un lavoro impossibile, perché alcuni di essi si saranno polverizzati. Quando si rompe un piatto per troppa cura, perché per evitare che cadesse lo abbiamo stretto troppo a noi, quel piatto è diviso in due o tre parti. Non è frantumato, non è polverizzato. È inservibile ma nello stesso tempo lo si può ricostruire per consentirgli un uso diverso da quello precedente. Non migliore, non peggiore, ma diverso. La forza della cura che abbiamo inferto su quell'oggetto è proporzionale a ciò che volevamo dirgli. Disperatamente: non allontanarti, non cadere, non romperti. Eppure si è rotto lo stesso. Così è nelle relazioni. Quando la forza sta da una parte sola.
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